L’interno della sinagoga e suoi elementi

Il soffitto

Il soffitto della sala è costituito da una volta a botte lunettata, che si appoggia sulle pareti est e ovest, dove si trovano le grandi finestre e le grate del matroneo. Da esso pendono grandi lampadari dorati.

Il soffitto e i vani delle finestre sono decorati con motivi floreali e stucchi dorati che spiccano su un fondo verde-azzurro. La decorazione della volta imita un cielo azzurro nel quale campeggia, a caratteri dorati e traforati, l’iscrizione in ebraico “ze shaar ha-shamaiym” che significa “questa è la porta dei cieli”. Viene così rispettato il precetto per il quale tutte le sinagoghe devono trovarsi all’ultimo piano, sotto la volta celeste, poiché non devono avere nulla al di sopra se non il cielo.

Le iscrizioni

Sui quattro lati, i muri sono ricoperti da iscrizioni in ebraico collocate su lapidi in marmo incorniciate da ornamenti dorati. Sono disposte su tre file: nella prima e nella terza ci sono citazioni tratte dai Salmi; nella fila centrale epitaffi che ricordano avvenimenti storici della comunità e notizie sulla costruzione e i restauri della sinagoga.

Le lapidi votive

Sulla parete di fondo, ai lati dell’Arón, si trovano due lapidi votive volute dalla Comunità per ricordare in perpetuo l’emancipazione ottenuta nel 1848, quando il re Carlo Alberto conferì agli ebrei dello Stato Sabaudo i diritti civili. La Comunità incaricò il rabbino Levi Gattinara di comporre un’iscrizione in lingua ebraica e italiana da murare nella sinagoga, caso unico in tutta Italia, per tributare riconoscenza al sovrano che li aveva affrancati.

I due bassorilievi

Sulle due pareti laterali, a destra e a sinistra dell’Arón, si trovano due rari bassorilievi del XVI secolo in scagliola, anche se sembrano bronzei. Sono rappresentate le due città più importanti dell’ebraismo: a destra Gerusalemme con il Tempio di Re Salomone, a sinistra la città di Hebron con le tombe dei Patriarchi. In origine, prima dei lavori di ampliamento della sinagoga, i due bassorilievi erano collocati sulle pareti che attualmente sono occupate dall’Arón e dall’ingresso.